LO SCRITTORE PORTA LA SCINTILLA: QUEL CHE BRUCIA LO METTIAMO NOI LETTORI - di Luca F.
A proposito di "Passione", uno dei racconti di _ IN FUGA _ di Alice Munro
Cari amici e amiche,
anche l'ultima riunione del GdL, come già tante altre volte è successo, ha
offerto una avvincente testimonianza della polifonia di lettura di cui il
gruppo è portatore. Si sono confrontate e intrecciate due opposte letture
dell'opera della Munro ("In fuga"): quella di chi vi vedeva una sorta di
ridondante e raggelante cronaca della quotidianità e quella di chi, nella
ferita del ghiaccio che si spacca, vedeva affiorare continuamente "qualcosa
che brucia".
Ognuno ha argomentato, chiarito, puntualizzato. Come tante altre volte è
successo, nessuno ha modificato radicalmente la propria lettura, ma nessuno
ha potuto rimanere indifferente a quella degli altri, e ognuno, andandosene,
a fine serata, credo si sia sentito più ricco.
Il GdL non cerca mai una lettura unica, "vera", uguale per tutti. E'
impressionante e appassionante notare come uno stesso testo possa produrre
letture anche molto divergenti, pure in un gruppo abbastanza omogeneo e
affine di lettori. Credo che Luigi, come osservatore "esterno" (visto che
per la prima e unica volta nella storia del GdL, incredibilmente, non aveva
ultimato la lettura del libro e quindi non poteva prendere "partito"!) abbia
potuto cogliere questa meraviglia giustappositiva per cui una parola, una
frase, una pagina hanno un suono diverso per ogni lettore.
Come partigiano del "fuoco che cova sotto la cenere" voglio raccontarvi
allora come e quando ho letto il racconto "Passione", quello che, ad
esempio, all'occhio appassionato e intelligente di Antonio, è parso
particolarmente privo di passione. Lo faccio perché sono convinto che molto
spesso il clima, la situazione, l'ambiente di lettura influiscano sul patto
e sul rapporto autore/lettore. (Forse "Passione" non è il migliore di questi
racconti: anch'io infatti preferisco "Scherzi del destino").
Ho letto "Passione" in un'ora verso il tramonto, su una panchina di un parco
in una località della Liguria in cui ho trascorso molte estati della mia
adolescenza. Il prato pullulava di bimbi e di genitori e tutto aveva un
suono familiare, intenso e quieto, come quel tuffo nel passato che la
protagonista si accinge a compiere. Insomma, il quadro era predisposto per
una lettura fortemente immedesimativa (che è solo una delle letture
possibili, non sempre la migliore). Eppure quella sorta di ricerca di ascesa
(sociale e culturale) in cui è immersa la protagonista non mi ha mai molto
coinvolto.
In genere ho sempre trovato più interessanti le discese che le
salite, ammesso che questi termini, inevitabilmente valoriali, abbiano un
senso. Ma, ecco, qui forse è il punto, il punto di questa mia lettura su una
panchina di un parco in un'ora di tramonto.
Nella storia che io ho letto
(che non so se è quella che la Munro ha scritto) non c'era più nulla di
valoriale, di ascensionale, non c'era nessuna ammirazione per una famiglia
colta, aperta (apparentemente), e problematica. C'era solo un concentrato di
passione conoscitiva sul punto di esplodere, una curiosità a tutto campo,
verso le persone, la cultura, la vita; qualcosa che molti di noi provano,
per fortuna, fino alla fine dei loro anni, ma che è particolarmente intenso
in certe fasi della crescita. Con tutte le sue fibre Grace è la quintessenza
di un sapere che si fonde con la vita. Ogni cosa è nuova, le apre
prospettive diverse. Questa è la "passione" di cui parla il racconto, non
quella per lo sbiadito Maury e nemmeno quella per l'affascinante e tetro
Neil. Ed è la forza di questa passione che spinge Grace ad essere forse
egoista, forse ingenerosa, "a cancellare con dolcezza i diritti di chi era
rimasto indietro". Anche la corsa in automobile con Neil, la reciproca
sottile complicità che tutto il mondo, famiglia "aperta" compresa, leggerà
in chiave di scappatella sessuale, è solo l'altra faccia della seduzione
conoscitiva, quella che ora, vertiginosamente, ci spinge verso il basso,
verso il vuoto.
Quando ho riposto il libro il sole era tramontato e il prato non era più lo
stesso. Niente era più lo stesso. Ho pensato anch'io a tante corse finite
con uno schianto. Mi sono alzato e ho camminato verso un punto della pineta
dove finiva "la strada dei cavalli". Ovviamente il posto era apparentemente
uguale, ma tremendamente cambiato. Alla mia sensazione di perdita ha
risposto immediatamente la Munro: "E che succede se non trovi più niente?
Non ti dai pace [...]. Ma non credi che possa sfiorarti anche una sensazione
di sollievo, di liberazione da vecchie perplessità e doveri?".
Cari amici e amiche, non pensate che il risultato di una lettura a volte
dipenda da una miscela unica di esperienze personali e di situazioni
ambientali in cui lo scrittore porta la scintilla (certo, insostituibile),
ma il resto, per vedere se c'è qualcosa che brucia, e se c'è qualcosa da
bruciare, lo mettiamo noi che leggiamo?
Un caro saluto a tutt*.
Luca F.
Quello che volevo su: prestito bari l'ho trovato su questo blog.
Comunque sull'argomento ci sono anche questi altri siti
prestito bari oppure
Prestito Online
Posted by
Marco |
10/31/2005 12:40:00 PM
best regards, nice info »
Posted by
Anonimo |
2/16/2007 03:33:00 PM